Succede in Russia che un criminale informatico vede rubarsi i propri bitcoin, fa denuncia e anche l’agente che lo indaga diventa accusato. Una contorta ma interessante storia di cyber crimini incrociati
Un dipendente del servizio di sicurezza federale russa, della regione di Samara è indagato e sospeso dal servizio, per un procedimento penale che lo vede al centro di un furto di criptovaluta.
La denuncia dell’hacker criminale
La segnalazione è partita da un criminale che l’FSB stava già indagando, tale Mochalov, residente di Syzran (regione di Samara), per attività informatica illecita tra cui la distribuzione di malware.
Durante il procedimento che lo vedeva imputato dunque, Mochalov ha lamentato la sparizione, proprio in occasione di una perquisizione effettuata presso il proprio domicilio dagli agenti dell’FSB, di una ingente somma di criptovaluta detenuta. Nei report dell’accusa si parla di centinaia di milioni di rubli (che per facilità possiamo considerare come alcuni 2-3 milioni di euro).
L’ufficiale diventa imputato
L’agente dell’FSB, che al momento viene identificato unicamente con il nome di Demin, è ora ex dipendente del servizio federale e, in questo caso, siede nel banco degli imputati. Va detto che la sua colpevolezza è ancora da accertare, sicuramente fa un effetto singolare notare l’apertura di un’indagine all’interno di un’indagine!
Questa testimonianza di Mochalov è infatti bastata, nonostante stessimo parlando di un criminale sospettato, per far aprire il nuovo procedimento contro l’ufficiale Demin. Il procedimento penale contro Demin è stato trasferito a Mosca.
Nel frattempo il sospetto di Mochalov sui crimini informatici nella diffusione di malware, viene confermato e il tribunale cittadino di Syzran, lo ha ritenuto colpevole. Secondo la decisione del tribunale, Mochalov ha utilizzato malware per accedere a determinati “elementi della struttura informativa” della Russia. È stato condannato il 29 ottobre 2021.
Alle forze russe piace la criptovaluta illegale
In effetti non sarebbe il primo caso in cui degli agenti dell’FSB vengano ritenuti responsabili di crimini a tema cripto.
Già nell’ottobre 2021, un’altra indagine portò l’esito di colpevolezza nei confronti di Sergei Tokarev, capo della polizia di Saratov, che venne ritenuto responsabile di aver estratto criptovaluta nei locali della polizia, allestiti clandestinamente da lui stesso a tal fine. Attività condotta per un lungo periodo da febbraio a luglio di quell’anno.
Anche gli ora ex ufficiali dell’FSB Alexey Kolbov e Sergey Belousov, caddero al centro di indagini sulle cripto nel febbraio 2021, con fatti se vogliamo anche più gravi. In questo caso infatti i due colleghi utilizzavano metodi ben più disumani per recuperare ingenti somme di moneta elettronica.
La loro attività era incentrata nella richiesta di somme di riscatto in bitcoin, nei confronti di persone sotto indagine, con minacce di iscrizione nei registri degli imputati qualora non venissero pagate le tangenti. La documentazione del caso parla in questa situazione di 65 milioni di rubli (poco più di 900 mila euro).