Una recente e controversa operazione politica di accentramento delle funzioni informatiche dello stato albanese, ha già visto l’ombra di un attacco informatico. Qualcosa è andato storto?
Si parla spesso di “spegnere tutto” in relazione alla migliore difesa contro un attacco informatico in corso. Pare che l’Albania non sia messa molto meglio di altri paesi in tema di segmentazione delle reti informatiche.
Attacco informatico paralizza l’Albania
Il governo albanese ha fatto proprio questo dopo essere stato colpito da un massiccio attacco nel fine settimana appena trascorso, dovendo disabilitare tutti i sistemi governativi.
I funzionari hanno affermato che l’attacco ha colpito il server dell’Agenzia nazionale della società dell’informazione (AKSHI), un’istituzione del governo albanese che è sotto il diretto controllo dell’ufficio del Primo Ministro e racchiude molti servizi governativi.
In realtà, tutti i servizi governativi, i servizi online e altri siti web governativi sono stati disabilitati lunedì, subito dopo che è stato constatato l’incidente.
L’insaziabile desiderio di aggregare tutto ha giocato uno scherzo crudele, in quanto l’ex primo ministro e attuale leader dell’opposizione Sali Berisha ha pubblicamente criticato il governo per aver “stupidamente” indirizzato quasi tutti i servizi governativi importanti, in un’importante operazione di aggregazione attraverso un unico sito, soprattutto in assenza di professionisti e personale qualificato per il monitoraggio delle minacce informatiche. Questo è avvenuto a maggio 2022, la cronaca di questo attacco arriva dunque ben due mesi dopo l’importante operazione di restyling delle infrastrutture strategiche.
Ora stanno lavorando al problema gli esperti del team di Microsoft Jones Group International, che stanno aiutando AKSHI a mitigare le conseguenze dell’attacco e ripristinare l’infrastruttura.
Anche per l’Albania non è la prima volta
Nel dicembre 2021, il primo ministro albanese Edi Rama si è già trovato a doversi scusare per una massiccia fuga di informazioni personali dal database del governo dello stato. Poi sono trapelate in rete informazioni su carte d’identità personali, informazioni sull’occupazione e sui salari per circa 637.000 cittadini.
Poco prima delle elezioni parlamentari in Albania dell’aprile dello stesso anno, a causa di un incidente simile, sono state pubblicate informazioni sui documenti personali dalla banca dati statale.
I dettagli dell’incidente in corso, invece, non sono stati ancora divulgati, ma ci sarà da seguire la vicenda per aggiornare anche questo articolo.