Incidenti e Violazioni

GPS Spoofing: l’attacco all’aereo di von der Leyen e la nuova frontiera della guerra ibrida

Dario Fadda 2 Settembre 2025

Il cielo sopra Plovdiv, in Bulgaria, è diventato domenica scorsa il teatro di un episodio di hybrid warfare tanto sofisticato quanto inquietante. L’aereo che trasportava la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, è stato colpito da un sospetto attacco di jamming e spoofing GPS, attribuito dalla intelligence europea alla Russia. L’episodio non è isolato: rappresenta l’ultimo di una serie sempre più fitta di interferenze satellitari che prendono di mira non solo bersagli militari, ma anche civili e istituzionali, con implicazioni profonde per la sicurezza collettiva.

Ricordo che queste tecniche, come dettagliato in seguito, vengono lanciate in aree geografiche di interesse, coprendo grandi zone contemporaneamente. L’aereo della Presidente, potrebbe anche essere finito in mezzo al mirino per caso, visto che in quella zona era in corso un attacco di quel tipo. Tuttavia, mirato o no, il suo aereo è stato disturbato da tali interferenze e per questo se ne approfondisce la vicenda.

Secondo quanto riportato dal Financial Times e confermato da tre funzionari al corrente dell’incidente, l’apparato di navigazione del velivolo è andato completamente in blackout durante l’avvicinamento all’aeroporto cittadino. “Tutta l’area aeroportuale è andata in oscuramento GPS”, ha dichiarato uno degli ufficiali. Il pilota, dopo un’ora di volo in cerchio, è stato costretto a effettuare un atterraggio manuale servendosi esclusivamente di mappe cartacee. Una scena che evoca procedure d’emergenza di un’altra epoca, resa necessaria da un’interferenza definita “innegabile”.

La Bulgarian Air Traffic Services Authority ha confermato l’accaduto, sottolineando come dal febbraio 2022 si sia registrato un “notevole aumento” di episodi di jamming e, più recentemente, di spoofing. Queste interferenze – hanno precisato – “disturbano la corretta ricezione dei segnali GPS, portando a varie sfide operative per aeromobili e sistemi di terra”.

La Commissione Europea ha diramato un comunicato in cui conferma il jamming, aggiungendo di aver ricevuto informazioni dalle autorità bulgare che “sospettano si tratti di un’interferenza palese da parte della Russia”. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha respinto le accuse definendo “incorrette” le informazioni. Tuttavia, la natura selettiva dell’attacco lascia pochi dubbi sulla sua intenzionalità: mentre altri velivoli nella zona riuscivano a comunicare la propria posizione senza problemi, il segnale dell’aereo di von der Leyen è stato isolato e soppresso. Un bersaglio mobile, individuato e neutralizzato con precisione chirurgica.

Il GPS jamming e lo spoofing non sono tecniche nuove. Storicamente appannaggio di servizi militari e intelligence per la protezione di siti sensibili, sono sempre più utilizzati da attori statali – la Russia in primis – come strumenti di disturbo della vita civile e di pressione geopolitica. Il jamming satura le frequenze con rumore, rendendo impossibile la ricezione del segnale; lo spoofing è più subdolo: invia segnali falsi che “ingannano” i ricevitori, convincendoli di trovarsi in una posizione diversa da quella reale.

Le implicazioni sono gravissime. Governi UE hanno già avvertito che l’aumento di questi episodi rischia di causare disastri aerei, accecando di fatto gli aerei commerciali in mezzo al volo. Il Baltico e l’Europa orientale sono ormai campi di prova per queste tecnologie, con interferenze che colpiscono aerei, navi e civili che usano servizi di navigazione quotidiani. “L’Europa è la regione più colpita a livello globale”, ha ammesso il portavoce della Commissione.

Non si tratta di un caso isolato. Solo poche ore dopo l’incidente, il generale tedesco Carsten Breuer, a capo delle forze armate federali, ha raccontato di aver vissuto due episodi simili: uno durante un volo militare sul Mar Baltico, l’altro in Lituania, in concomitanza con la presenza di un velivolo da ricognizione russo nello spazio aereo bielorusso. Breuer ha definito queste azioni dei “test” della Russia per saggiare le reazioni degli Stati NATO.

Von der Leyen era diretta a Plovdiv per incontrare il primo ministro bulgaro e visitare una fabbrica di munizioni, in un tour negli Stati frontalieri dell’UE per discutere della readiness difensiva del blocco. La Bulgaria è uno dei principali fornitori europei di equipaggiamento militare all’Ucraina. L’attacco al suo aereo non è quindi solo un atto di disturbo, ma un messaggio chiaro: una dimostrazione di forza e una minaccia alla sicurezza delle istituzioni europee.

Quello che emerge è un quadro allarmante di hybrid warfare asimmetrica, dove un attore ostile utilizza tecnologie relativamente accessibili per destabilizzare, senza sparare un colpo, le infrastrutture critiche di un avversario. La risposta dovrà essere necessariamente tecnologica – con sistemi di navigazione di riserva più robusti, crittografia avanzata e rilevamento delle interferenze in tempo reale – ma anche politica e diplomatica.

Perché il cielo sopra di noi è diventato un nuovo campo di battaglia. E questa volta, le armi sono invisibili.

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