Frodi informatiche e riciclaggio di denaro utilizzando la criptovaluta. L’FBI ha promosso una donna tra i maggiori ricercati, ma la sua storia è terrificante per come è riuscita a catturare le masse e farle diventare vittime di una frode da capogiro
La lista dei maggiori ricercati, creata sulla base di una classifica degli primi dieci, è per l’FBI cosa nota. Tuttavia si sta parlando molto dell’ultimo aggiornamento di questa lista, del 30 giugno, perché interessa una donna che, in 72 anni di storia di questa classifica, ne ha visto solo undici. Ma il problema non è questo.
Ruja Ignatova è tra le 10 persone più ricercate dall’FBI
Sicuramente non un titolo del quale andare fieri, ma vorrei riportare l’argomento, per sensibilizzare più che altro su ciò che ha condotto questa criminale a diventare ciò che è oggi per l’FBI. E’ l’unica donna insieme ad altri 9 criminali uomini, ad occupare questa lista, ma questo è marginale.
E’ fondamentale concentrarsi sulla frode che, visti i tempi che corrono sullo scenario blockchain, è particolarmente sensibile. Infatti Ruja è accusata di corresponsabilità in frode economica, informatica e sui titoli di risparmio gestito.
Secondo l’FBI, Ruja Ignatova, ampiamente conosciuta come la Cryptoqueen, e notoriamente soprannominata la “Missing Cryptoqueen” dai creatori di una popolare serie di podcast della BBC:
è ricercata per la sua presunta partecipazione a un piano di frode su larga scala. A partire dal 2014 circa, Ignatova e altri sarebbero stati derubati di miliardi di dollari da investitori di tutto il mondo. Ignatova è stata la fondatrice di OneCoin Ltd., una società con sede in Bulgaria che commercializzava una presunta criptovaluta. Al fine di eseguire lo schema, Ignatova avrebbe rilasciato false dichiarazioni e dichiarazioni a individui al fine di sollecitare investimenti in OneCoin. Presumibilmente ha incaricato le vittime di trasmettere fondi di investimento ai conti OneCoin per acquistare pacchetti OneCoin, facendo sì che le vittime inviino bonifici che rappresentano questi investimenti. In tutto lo schema, si ritiene che OneCoin abbia truffato le vittime per oltre $ 4 miliardi.
riporta l’FBI.
Da OneCoin alla sparizione
Il giro d’affari delle truffe messe in piedi da Ruja e i suoi complici è enorme, 4 miliardi di dollari e milioni di persone frodate in tutto il mondo. Anche se fonti interne che lavoravano per OneCoin affermano che l’ammontare complessivo arriverebbe al 19,4 miliardi di dollari. Ruja con il suo partner, il fratello e altre poche persone collegate direttamente a questi, promuovevano con false dichiarazioni e fornendo false aspettative una nascente criptovaluta denominata OneCoin, candidata secondo loro, a prendere il posto del successo che ha avuto Bitcoin.
È proprio il grande entusiasmo che circolava in quegli anni attorno alle criptovalute, e che circola ancora oggi, ad aver alimentato come un motore la frode di Ruja. Le vittime si moltiplicavano in maniera semplice, grazie ad uno schema che premiava chi portava dentro amici, familiari e conoscenti. Quello che viene definito marketing multilivello che, la maggior parte delle volte, è un grande indice di inaffidabilità del prodotto.
La ricompensa per le informazioni che portano al suo arresto è menzionata come “fino a 100.000 dollari”.
Altri membri del clan criminale OneCoin sono stati già incriminati, così come il fratello di Ignatova, Konstantin Ignatov, che avrebbe preso le redini dell’impero OneCoin quando sua sorella è sparita dalla circolazione nel 2017. È stato arrestato all’aeroporto internazionale di Los Angeles nel marzo 2019 e successivamente ha ammesso di essere colpevole di riciclaggio di denaro e ha riconosciuto le accuse di frode.
OneCoin è una delle più grandi truffe nella storia delle truffe, non solo nel mondo delle criptovalute. La parte più divertente è che non è mai stata una criptovaluta, tanto per cominciare. Sono girati un sacco di soldi che potrebbero essere ovunque.
Il coinvolgimento delle vittime era subdolo ed agiva a livello cognitivo. Si è riuscito a creare una sorta di setta, che faceva diventare OneCoin un materiale occulto e dai forti poteri sull’economia globale. Quasi come fosse un culto i cui credenti veneravano come un Dio. Il lato terrificante di questa vicenda è nel convincimento mentale che si è messo in atto con la frode. Dopo l’arresto di Konstantin, ci sono state anche campagne con raccolte di firme di più di 20 mila persone, per protestare a favore della sua liberazione.
La divulgazione di documenti aziendali sensibili, l’esposizione di e-mail e qualsiasi altra cosa non ha ucciso la convinzione di alcuni membri investitori. Dopo un’indagine più approfondita su OneCoin, è quasi chiaro che non erano solo “alcune” persone a truffare i poveri investitori, ma tutto il sistema ben organizzato e pericoloso di cui per la maggior parte, non conosceremo mai la reale identità dei responsabili.
Le truffe di trading con app malevole
Questo del marketing aggressivo, dietro una “presunta” criptovaluta, con promesse di crescita e di guadagno fuori dal comune, paragonando il tutto alla storia che ha avuto nel corso degli ultimi 10 anni Bitcoin, è un sistema estremamente utilizzato e sensibile per un gran numero di vittime. Chiunque abbia qualche minimo risparmio non vede l’ora di farlo fruttare, e specularci sopra per trasformarlo in una montagna d’oro. Ma i guadagni così non esistono e nella maggior parte dei casi, si ha a che fare con truffe.
Occupano lo stesso spazio anche quelle perpetrate tramite app per iPhone. Non app ufficiali, ma la vittima viene indotta, dopo una approfondita finta relazione che viene instaurata per far nascere la fiducia, ad installare una nuova presunta app di test, disponibile unicamente in versione di test. Quindi fuori dal perimetro (e quindi anche dei controlli) dello Store ufficiale.
Installare app di questo tipo sul proprio dispositivo è sempre un enorme rischio che andrebbe colmato con controlli non semplici sull’app che si va ad installare e non alla portata dell’utente medio che, appunto, si fida della persona che gliela sta consigliando.
Sono quasi sempre app di trading, sviluppate ad hoc per non investire alcun risparmio ma arricchire unicamente gli operatori dietro la frode stessa. Solitamente si viene contattati mediante social network e si instaura così una relazione. Una volta accumulato un certo gruzzoletto l’app di test smetterà di funzionare, il nostro contatto sparirà nel nulla e noi avremo perso quanto inviato sul finto portafoglio della finta app di finto trading.
Ruja ha fatto tutto questo, ma senza utilizzare alcuna app per iPhone. Il suo era unicamente marketing e promozione su larga scala, di quello che un bel giorno si è rivelato un “salto nel vuoto”.