Oltre 600 ore di riprese di sorveglianza aerea riprese da elicotteri della polizia a Dallas (TX) e Atlanta (GA) e dintorni.
L’ampio filmato rivela le capacità della tecnologia “di livello militare” dietro la sorveglianza della polizia. Evidenzia anche il voyeurismo inerente alla sorveglianza e come spesso si concentri su attività di primo emendamento protette e persone che non hanno idea di essere osservate e che non hanno fatto nulla per giustificare l’intrusione della sorveglianza.
La presentazione dei files di DDoSecrets
E’ stato pubblicato venerdì scorso (5 novembre) un grosso data leak contenente circa 600 ore di filmati di elicotteri della polizia americana, impegnati nel servizio della video sorveglianza aerea, evidenziando la falla più grossa di questa tecnica investigativa di repressione: il trattamento delle informazioni sensibili sulla privacy dei civili. Il rilascio è avvenuto online ad opera di Distributed Denial of Secrets (associazione per la trasparenza delle istituzioni, considerata successore di WikiLeaks, il cui contributo fondamentale viene dato dalla giornalista investigativa Emma Best). DDoSecrets stessa non ha identificato la fonte di provenienza dei files, ma fa notare che venivano archiviati in cloud senza protezioni, ed esfiltrabili online.
Analizzando il filmato, il paesaggio osservato nel video sembrava mostrare Dallas, in Texas, e Atlanta, in Georgia. Il dipartimento di polizia di Dallas ha confermato che parte del contenuto del video era loro, mentre i dipartimenti delle forze dell’ordine di Atlanta e Georgia lo hanno rifiutato.
Riportando i commenti della cofondatrice di DDoSecrets Emma Best si nota che gli elicotteri della polizia potrebbero essere pervasivi quanto i loro droni.
“La gente pensa agli elicotteri della polizia siano come gli elicotteri stradali, ma sono molto di più”, ha detto.
“Portano a bordo una tecnologia che consente alla polizia di osservare le persone mentre non hanno idea di essere osservate. È importante che le persone capiscano di cosa è già capace la tecnologia della polizia e di cosa potrebbe essere capace in futuro”, ha continuato Best.
“È un chiaro esempio del perché la sorveglianza di massa renda la nostra società meno sicura, non più sicura”, ha commentato Evan Greer, vicedirettore del gruppo per i diritti digitali Fight for the Future, a proposito del filmato.
Entriamo nei dettagli
Come si può ben immaginare il filmato di sorveglianza è terrificante. L’elicottero si avvicina molto a un mucchio di cortili di persone (varie volte). Non sono immagini da diffondere, ma un punto in cui l’elicottero si concentra su una donna anziana che scarica la spesa dalla sua auto, è in altissima risoluzione.
Per avere un’idea della risoluzione di questi zoom, con i dettagli chiave sfocati qui si mostra come durante la sorveglianza della donna che scarica dalla sua auto la spesa, si può leggere chiaramente il testo su un cartello della campagna nel suo cortile.
Il software e l’hardware mostrato che forniscono una sovrapposizione su questo filmato vengono da una telecamera a sfera Wescam EO/IR di AeroComputer: sistema di mappatura digitale UC-6000, con la sovrapposizione UtilChart 3.0.
Come segnalato dal giornalista Mikael Thalen, questo screenshot del video di sorveglianza dell’elicottero della polizia trapelato, mostra fino a che punto le telecamere possono zoomare. Oscurando questi due individui apparentemente casuali in questo scatto che erano totalmente ignari di essere ripresi.
Molte sono le attività individuate a fotografare un quartiere, zoomare su individui apparentemente casuali che prendono il sole nel loro cortile.
Il vicedirettore del gruppo per i diritti digitali Fight for the Future, Evan Greer, ha osservato che le solite norme su questi veicoli sono associate a “quando c’è qualcosa di specifico in corso, ma aneddoticamente si sente anche che vengono utilizzati per scopi intimidatori, come volare molto bassi sui quartieri in cui i residenti sono prevalentemente persone di colore”.
La stessa Greer ha ammesso che non ha mai pensato che la polizia potesse monitorare i cittadini attraverso i loro elicotteri.
“Non ho sentito mai specificamente di elicotteri utilizzati in questo modo”, ha detto Greer. “Non è del tutto sorprendente, ma decisamente allarmante”.
E tutti noi, nel nostro piccolo possiamo fare un’unica riflessione: è questa la protezione e la sorveglianza che davvero vogliamo dai nostri Stati?